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Moggi: “Ronaldo-Iuliano, era rigore”

L’ex dg della Juventus, Luciano Moggi, si racconta nella sua autobiografia: “Nel ’98 firmai con l’Inter ma saltò tutto per colpa di Moratti e Moriero”.

Quando a parlare è Luciano Moggi, non sai mai quello che ti devi aspettare. Le sue non sono mai dichiarazioni banali, insomma fanno notizia e alimentano il dibattito. Ancora di più se quelle parole sono messe nero su bianco, senza possibilità della controparte di ribattere colpo su colpo. Succede allora che alcuni dei passaggi della suo autobiografia, ’Il pallone lo porto io’ curata da Andrea Ligabue, facciano già discutere, anche fra i tifosi della Juventus.

Alcuni stralci, ripresi dalla ‘Gazzetta dello Sport’ sono davvero significativi, come quella confessione che i tifosi dell’Inter attendevano da 16 anni: “Riguardando al presunto fallo da rigore di Iuliano su Ronaldo, a distanza di tanti anni, lo avrei fischiato” . Anche se poi Big Luciano torna subito a contrattaccare: “Ma lo scandalo vero fu la reazione degli interisti. Veemente. Sconsiderata. Provai veramente disgusto”.


Rimanendo all’Inter ecco un retroscena succoso. La conferma del suo passaggio in nerazzurro sfumato per un nulla. Ora l’ottobre 1998, Moratti contatta Moggi e come primo compito ‘ufficioso’ gli chiede di vendere Francesco Moriero. Detto fatto il re del mercato juventino piazza l’ex Roma al Middlesbrough, ma viene a sapere dallo stesso Moratti che l’ala dell’Inter aveva appena firmato il rinnovo: “La carta dell’accordo con l’Inter ovviamente è intestata, ce l’ho ancora in cassaforte e ci sono timbro e firma del presidente Moratti. Ma saputa quella notizia lo chiamai dicendo: “Non posso dirle, me ne vado dall’Inter, perché ufficialmente non sono un dirigente nerazzurro, ma che non verrò mai a lavorare per lei, questo sì, glielo posso dire”.”

Moggi non le manda certo a dire e parla schiettamente anche dei suoi ex gioielli bianconeri: “Del Piero? Le bandiere non prendono palate di euro a stagione, con la firma sul contratto che arriva solo dopo trattative estenuanti. Zidane? Un genio, non un leader. Alla Juve, in campo e negli spogliatoi, il faro era Antonio Conte“.

L’ex dg bianconero chiude parlando del famoso scudetto perso a Perugia: “Persi per colpa dell’arbitro Pierluigi Collina. Una delle più vergognose pagine del nostro calcio. Ma quel giorno sbagliai io. Avrei dovuto ritirare la squadra: prenderla e riportarla a casa. Nel maggio 2000, magari rideva anche il Milan, visto che il suo avversario storico, la Juventus, aveva perduto il campionato. E magari in cuor suo rideva anche Collina viste le telefonate intercettate ed emerse nel processo di Calciopoli, in cui era palese l’amicizia tra il fischietto viareggino e i dirigenti milanisti”.

Fonte: goal.com

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